Categoria: Mammiferi


Si rende noto che con il decreto ‘Milleproroghe’ appena approvato n. 91/2018, si estendono di un anno i termini per la denuncia del possesso di animali da compagnia inseriti nell’elenco di specie esotiche invasive di rilevanza unionale.
I proprietari di testuggine palustre americana (Trachemys scripta) e di alcune specie di scoiattoli hanno quindi tempo fino al 31 agosto 2019 per darne comunicazione al Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare.
La denuncia di possesso è obbligatoria ai sensi del decreto legislativo n. 230/2017, che adegua la normativa nazionale al regolamento (UE) n. 1143/2014 sulle specie esotiche invasive.
Per la denuncia basta compilare, eventualmente con l’aiuto del proprio veterinario, questo modulo e inviarlo al Ministero dell’Ambiente. L’attestazione dell’invio, tramite posta elettronica certificata, fax o raccomandata, autorizza automaticamente il proprietario a continuare a detenere il proprio animale da compagnia.

Dal quotidiano online Piemonte Parchi:

Il palcoscenico di questa storia ha inizio in un luogo bellissimo, ovvero, sul Monte Argentera, precisamente vicino il Vallone di Roburent, in Valle Gesso, territorio immerso nel Parco delle Alpi Marittime, territorio dove gli archetipi millenari vivono a stretto contatto con una natura pura e incontaminata. Proprio qui, lo scorso marzo, alcuni escursionisti avvistarono uno splendido esemplare di stambecco (Capra ibex), grande mammifero selvatico originario delle Alpi e tuttora qui presente, disteso a terra, ferito. Probabilmente scivolato su di una parete rocciosa, lì era rimasto, infermo e debilitato.

Cosa fare per aiutare l’animale?

Chi lo vide pensò giustamente che lasciarlo sul posto, gli avrebbe assicurato la morte. Si decise allora di avvisare il Centro Recupero Animali Selvatici di Bernezzo, ente che opera in favore dei selvatici, poco distante dalla Val Gesso.
La decisione non poté risultare migliore, perché nel giro di poche ore, precisamene il 24 marzo 2018, lo stambecco venne trasportato da alcuni volontari del centro, con gran fatica viste le notevoli dimensioni dell’animale, a Bernezzo per essere affidato alle cure mediche di alcuni veterinari.
Chi ha avuto la fortuna di osservare uno stambecco da vicino sa che è lui il Re della Montagna, un’animale divino ed elegante, che ama vivere, spesso in branco, sulle rocce, più vicino al cielo che non alla terra. Nel corso dell’inverno si stabilisce nei crinali di alta quota, fra i 1.600 ed 2.800 metri, prediligendo i versanti esposti a sud, dove la neve si dissolve prima e l’erba secca, cibo necessario per la sua sopravvivenza, è accessibile. Nonostante sia dotato di zoccoli adatti alle ripide pareti rocciose, come ogni essere vivente può essere vittima di qualche casuale incidente. E fu questo il caso.

Oggi fortunatamente l’animale è tornato in salute e sta bene, e il direttore del centro, Remigio Luciano, sta solo aspettando di concludere le ultime pratiche amministrative e burocratiche con il Parco del Monviso, per poter dare un’altra chance di vita all’animale, liberandolo questa volta vicino il Re di Pietra, il Monviso.
Questa è solo una delle tante incantevoli storie che possono essere raccontate dai volontari del Centro di Bernezzo: un luogo importante, necessario, dove gli animali vengono sostenuti e aiutati, soprattutto quando hanno subito brutte ferite e traumi. Grazie ai volontari del centro, molte creature hanno la possibilità di ristabilirsi e continuare un altro percorso di vita su questa Terra.

Il Centro Recupero Animali di Bernezzo

Il Centro ha iniziato la sua attività a fine 1984, quando il responsabile Remigio Luciano, decise di aprire a sue spese, e su territorio di proprietà, un centro che potesse accogliere alcuni animali ospiti nello zoo di Cuneo.
Con il comma 1 dell’articolo 40 della Legge regionale 5 del 2012, vennero stabilite nuove disposizione per la gestione della fauna selvatica, sorse quindi la volontà di istituire un CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici). L’autorizzazione arrivò agli inizi del 2001 con le direttive di individuare un responsabile affiancato a un’associazione ambientalista.
Definite le questioni burocratiche, iniziarono i lavori di adeguamento delle strutture, si crearono così recinti, gabbie, adibendo alcuni locali da infermeria e sala degenze.
L’associazione privata e senza scopo di lucro, nasce quindi nel 2004 in maniera autonoma, quale organizzazione non lucrativa di utilità sociale (Onlus) e oggi è uno dei quattro centri di recupero riconosciuti dalla Regione Piemonte. Quello di Bernezzo ppera sul territorio della Provincia di Cuneo ed è reperibile 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno. Il suo fine è quello di recuperare, curare, riabilitare e, dove possibile, liberare esemplari di ogni specie di fauna selvatica autoctona ritrovati in difficoltà. Ospita inoltre alcuni individui di specie alloctone considerate invasive e detiene in custodia temporanea animali vittime di sequestri giudiziari.

I prossimi progetti

Nei prossimi mesi non mancheranno interessanti attività al C.R.A.S di Bernezzo, tra cui il rilascio di alcuni animali curati presso il centro. Assistere a una liberazione è un’esperienza molto emozionante, di quelle che incidono, nel profondo. É questa l’occasione per citarne una, in particolare. Durante il giorno del solstizio d’estate, il 21 giugno 2018, in occasione della settima Festa del Parco fluviale Gesso e Stura vi sarà il rilascio di alcuni rapaci notturni che, dopo esser curati presso il Centro Recupero Animali Selvatici di Bernezzo, potranno tornare a vivere nel bosco. É importante ricordare che i rapaci notturni sono volatili appartenenti a specie protette in quanto ottimi bioindicatori: la loro presenza in un ambiente ne indica il buon livello di salubrità.
La partecipazione alla festa sarà gratuita e per maggiori informazioni si può contattare la segreteria del parco: tel. 0171.444501, parcofluviale@comune.cuneo.it.

Liberazione di Quattro Lepri Europee

Grazie al Polizia Locale Faunistico-Ambientale della Provincia di Cuneo, in data odierna ben quattro lepri europee (Lepus europaeus), allevate dai volontari del CRAS di Bernezzo, sono state liberate in Valle Gesso e in Valle Stura; il video sottostante mostra i momenti del rilascio di due di questi fortunati esemplari.

Liberazione dello Stambecco al Pian del Re

Sarà liberato lunedì 28 maggio alle ore 13:00, nella suggestiva cornice del Pian del Re, alle sorgenti del fiume Po nel Comune di Crissolo, l’esemplare di stambecco (Capra ibex) maschio adulto recuperato a marzo dagli operatori del CRAS ad Argentera.
S’invitano tutti i soci, i sostenitori e gli amici del Centro a presenziare al lieto evento.

Tesi di Laurea

  • Dott.ssa A. BASSO, Confronto della densità e delle preferenze ambientali dell’Allocco (Strix aluco) in tre aree della Provincia di Cuneo (Alta Langa, Bassa Langa e Valle Stura)
    • Università degli Studi di Genova – Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  • Dott. A. CURTI, Contenimento della Specie Nutria (Myocastor coypus)
    • Università degli Studi di Torino – Facoltà di Medicina Veterinaria
  • Dott. F. FORMISANO, Contributo sulle cause di mortalità negli ungulati selvatici dell’Italia Nord Occidentale
    • Università degli Studi di Torino – Facoltà di Medicina Veterinaria
  • Dott.ssa A. FRANCO, La massa corporale dei giovani caprioli quale indicatore di cambiamenti ecologici: il caso della valle Varaita
    • Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze Veterinarie
  • Dott. A. TESSORE, Esperienza sulla riabilitazione degli Uccelli rapaci presso il C.R.A.S. di Cuneo
    • Università degli Studi di Torino – Facoltà di Medicina Veterinaria
  • Dott.ssa M. VIGLIETTI, Il conteggio diretto da percorso è un metodo utile per il monitoraggio del capriolo Capreolus capreolus in ambiente montano?
    • Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze Veterinarie

I soci e gli amici del C.R.A.S. desiderano porgere le più sentite congratulazioni alle Dott.sse Annalisa Franco e Martina Viglietti, attiviste volontarie del Centro che si sono laureate in Produzioni e Gestione degli Animali in Allevamento e Selvatici nella sessione primaverile del corrente anno accademico presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Torino.

In particolare, la Dott.ssa Franco ha discusso la tesi La massa corporale dei giovani caprioli quale indicatore di cambiamenti ecologici: il caso della valle Varaita, nel cui ambito d’indagine è stata valutata l’esistenza di una correlazione lineare tra il peso medio corretto dei caprioli di classe 0 abbattuti in valle Varaita e l’indice chilometrico d’abbondanza (IKA), sia a livello di intera vallata dall’anno 2007 all’anno 2016, sia distinto per settori di caccia dal 2010 al 2016.
Per calcolare il peso medio corretto è stato utilizzato il protocollo proposto dall’Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage (ONCFS) che riconosce nella massa corporale media dei giovani ungulati, uno dei numerosi indicatori di cambiamento ecologico (ICE). Gli ICE forniscono una panoramica più completa sulla relazione esistente tra popolazione e habitat; in Francia vengono utilizzati congiuntamente per programmare strategie cinegetiche adattive, che consentono di stabilizzare le popolazioni dei selvatici in relazione alla capacità portante del territorio ed evitare la compromissione degli ecosistemi forestali ed agrari.
I dati riferiti alla valle Varaita hanno escluso l’esistenza di una correlazione lineare tra i parametri analizzati. Il risultato ottenuto è quindi in disaccordo con precedenti studi, condotti sia su altri ungulati selvatici sia su popolazioni di caprioli di classe 0, che invece comprovano l’effetto dipendente della densità sul peso corporeo.
É possibile che il risultato abbia risentito del limitato numero di misurazioni riscontrato in alcune annate e dalla sovente scelta dei cacciatori ad abbattere soggetti più piccoli della media per non incorrere in errori di tiro, in quanto facilmente riconoscibili come individui di classe 0. In aggiunta occorre considerare l’influenza che altri fattori, oltre alla densità, possono esercitare sulla massa. Essa infatti dipende anche dal clima e dall’ambiente, che a loro volta condizionano la disponibilità di foraggio, la proliferazione dei parassiti, la crescita fetale nell’ultimo terzo di gravidanza, il peso alla nascita, la lattazione e la crescita corporale.
E quindi probabile che la variazione del peso medio corretto registrata, non sia riconducibile a una sola causa ma sia il risultato dell’interazione di molteplici fattori. Perciò, per un’analisi più approfondita del fenomeno sarebbe opportuno verificare in futuro anche le ripercussioni delle componenti ecologiche e climatiche, che si ritiene possano avere un ruolo importante.

L’elaborato finale della Dott.ssa Viglietti è stato titolato Il conteggio diretto da percorso è un metodo utile per il monitoraggio del capriolo Capreolus capreolus in ambiente montano?, e relato dal Prof. Pier Giuseppe Meneguz.
Al fine di una corretta gestione faunistica-venatoria è necessario conoscere la consistenza e la struttura per sesso ed età della popolazione. Per conoscere tali parametri sono utilizzati diversi metodi di monitoraggio, diretti o indiretti. Nell’applicazione pratica di tali metodi bisogna tenere in considerazione la manodopera e le risorse disponibili affinché si utilizzi il metodo più appropriato. Nel Comprensorio Alpino CN2 il monitoraggio primaverile del capriolo viene eseguito con il conteggio diretto da percorso eseguendo due uscite, la sera e il mattino successivo. Tale metodologia permette di avere una buona accuratezza dei risultati ma implica un alto sforzo di campionamento. Per questo motivo il C.A. CN2 ha la necessità di ridurre lo sforzo di campionamento svolgendo una sola uscita del monitoraggio.
Per valutare quale delle due uscite è più vantaggioso mantenere si è risposto alle seguenti domande:
1. In quale delle due uscite sul campo (serale e mattutina), la conta è probabilmente più accurata?
2. In quale delle due uscite sul campo (serale e mattutina), la probabilità che siano rilevati degli indeterminati è più bassa?
I dati utilizzati sono stati messi a disposizione dal C.A. CN2 e sono relativi al monitoraggio del capriolo con il metodo prima indicato. Sono relativi all’arco temporale che va dal 2006 al 2017. I transetti sono 91 e sono situati su tutto il territorio del C.A.; la loro localizzazione e lunghezza è rimasta costante durante tutti gli anni. Per la stima della consistenza di popolazione è stato utilizzato l’indice chilometrico di abbondanza (I.K.A); per il secondo quesito è stata utilizzata invece la probabilità di conteggio di un indeterminato (p-IND). Per rispondere ai due quesiti sono stati creati due modelli statistici misti in cui, separatamente, I.K.A. e p-IND sono le variabili responsive. Come variabile esplicativa è stata inserita, in entrambi i modelli, una variabile categorica a due livelli sera/mattina. L’anno e il transetto sono stati inseriti come variabili random. Entrambi i modelli sono stati confrontati con il modello nullo e la scelta del modello migliore è avvenuta basandosi sul criterio Akaike criterion information.
I risultati delle analisi mostrano che è presente una differenza al limite del livello di significatività per la consistenza di popolazione che, al mattino, risulta essere leggermente maggiore. Il numero di animali indeterminati osservati non è influenzato in modo statisticamente significativo dal momento della giornata in cui si svolge il conteggio, tra sera e mattino non c’è quindi differenza. Se si considera l’effect size, la minima differenza del valore della consistenza di popolazione tra mattino e sera risulta trascurabile ai fini gestionali e pratici. Si può quindi affermare che per ridurre lo sforzo di campionamento è possibile eliminare una delle due uscite basandosi sul momento in cui sono presenti più operatori, senza compromettere i risultati. In bibliografia è riportato che un maggior numero di ripetizioni sono favorevoli per una maggiore accuratezza del dato raccolto e minor variabilità dei risultati ottenuti: il Comprensorio è consapevole di ciò, ma con le risorse ora disponibili ha difficoltà a protrarre ancora nel tempo questa metodologia. In un futuro risulta indispensabile lo sviluppo di nuove metodologie che permettano una raccolta dati accurata, siano poco costosi e che non richiedano conoscenze specifiche per essere attuate dagli operatori sul campo.

Recuperati Cervo e Stambecco ad Argentera

In data odierna gli operatori del CRAS hanno effettuato un doppio recupero ad Argentera: un esemplare di cervo (Cervus elaphus) ed uno di stambecco (Capra ibex), entrambi maschi adulti, ritrovati a poche centinaia di metri l’uno dall’altro.
Il primo, recuperato in un canale del fiume Stura stressato e debilitato, è purtroppo morto poco dopo il suo arrivo al Centro; il secondo invece, probabilmente caduto da alcune rocce e fortemente debilitato, è ancora degente.

I Regali di Natale del C.R.A.S.

Con l’avvicinarsi del Natale, vi proponiamo alcune idee regalo per sostenere l’associazione Centro Recupero Animali Selvatici e contribuire così alla salvaguardia della fauna selvatica.
Tutti gli articoli elencati possono essere ordinati ai consueti recapiti telefonici o via e-mail e ritirati direttamente presso la sede principale del Centro a Bernezzo in Via Alpi n. 25, oppure spediti a mezzo posta, con costi da determinare in base ai singoli ordinativi.

Con quote giornaliere variabili dal tipo di animale, potete adottare a distanza uno dei nostri ospiti. Potrete seguire la sua guarigione e sarete invitati alla sua liberazione. Se è fra gli animali non liberabili potrete, secondo le modalità indicate dagli Operatori del Centro, passare del tempo con lui. In questo modo si contribuisce al sostentamento del Centro con il puro costo dell’alimentazione giornaliera e l’affitto delle strutture, vista la gratuità del servizio svolto da volontari. L’adottante riceverà via e-mail il relativo certificato di adozione, con la fotografia dell’animale adottato, e verrà tenuto informato sulle variazioni di salute o del suo eventuale decesso.

Adottare un animale non è difficile: basta contattare il Centro ai consueti recapiti o, se possibile, recandovisi di persona, per individuare gli animali attualmente adottabili. Una volta saputa la storia dell’animale e quando la decisione sarà definitiva, verrà stipulato un contratto di adozione a distanza, che ci aiuterà a contribuire al benessere dell’animale.

A questo punto viene versato il contributo (mensile, trimestrale, semestrale o annuale), che può essere in contanti, con assegno o con versamento sul conto corrente bancario, utilizzando i dati riportati nel box a fianco. Nei limiti previsti dalla Legge, le adozioni sono deducibili.

Eccovi di seguito una tabella esemplificativa dei costi d’adozione per categoria di specie. Eventuali casi particolari potranno essere comunque concordati coi responsabili del Centro.

Tipo di Animale Costo Mensile
Passeriformi € 10,00
Rapaci Piccoli € 15,00
Rapaci Grandi € 20,00
Mammiferi Medi & Piccoli € 20,00
Mammiferi Grandi €30,00

Maggiori Informazioni


Tesseramento

L’iscrizione annuale, oltre a contribuire sensibilmente al benessere degli animali ospitati, conferisce il diritto di partecipazione all’Assemblea Sociale, nonché la possibilità di accedere alle sedi del CRAS, essere informati, aggiornati e coinvolti nelle attività del Centro.
I soci ordinari partecipano attivamente alle iniziative dell’Associazione tramite forme di attivismo a distanza, anche in modo saltuario, e frequentano corsi di aggiornamento per il recupero, la salvaguardia ed il benessere della fauna selvatica.


Calendario del C.R.A.S. 2018

Con un’offerta minima di € 5,00 più eventuali spese di spedizione è possibile acquistare Piccoli Selvatici Crescono…, il calendario fotografico del C.R.A.S. per l’anno 2018, dedicato ai cuccioli del Centro.

Ordina via E-mail


Libro Tutti No, Ma Questo Sì di Elisa & Sonia Ricci

Edito dalla casa editrice Araba Fenice, “Tutti no, ma questo sì” è un libro illustrato per ragazzi, realizzato da Elisa e Sonia Ricci, che racconta una storia sull’amicizia tra uomini ed animali per grandi e piccini, basato sulle esperienze realmente vissute dalle autrici al C.R.A.S. di Bernezzo, a cui sarà devoluto il ricavato dalla vendita di ciascuna copia, al prezzo di € 13,00 più eventuali spese di spedizione.

 

 

 

 

 

 


Libro Il Viaggio di Sebastian

Il viaggio di Sebastian”, scritto ed illustrato dagli studenti delle Scuole Tecniche San Carlo di Cuneo, è un libro che accompagna i bambini nel mondo degli animali selvatici, in compagnia dello scoiattolo Sebastian per conoscere l’importanza della fauna ed il ruolo del Centro Recupero Animali Selvatici di Bernezzo.
Con un’offerta libera, può essere ritirato direttamente presso la sede del Centro o spedito a mezzo posta.

 

 

 

 

 

 


Libro Quattro Scimmie a Cuneo

Edito dalla casa editrice Triskel, “Quattro scimmie a Cuneo” narra le esperienze di amicizia interspecie e miglioramento del benessere psicosociale vissute al C.R.A.S. dalla Dott.ssa Mariangela Ferrero, psicologa e psicoterapeuta che si occupa del miglioramento del benessere psicologico e relazionale dei primati nelle condizioni di cattività e post-traumatiche. In particolare, racconta la storia della relazione affettiva sviluppata dall’autrice con quattro bertucce (Macaca sylvanus): Gepu, Striscia, Ciccio e Citina. Individui dalla psicologia e socialità complesse, orfani, maltrattati e privati della libertà, con i quali l’autrice ha vissuto e tuttora condivide tante e diverse emozioni. Il libro può essere ritirato o ordinato alla sede di Bernezzo al prezzo di € 14,00 più eventuali spese di spedizione.

 

 


Bomboniere, Inviti & Segnaposti

Grazie all’idea delle talentuose sorelle autrici del libro “Tutti no, ma questo sì” Elisa e Sonia Ricci, se siete una coppia in procinto di sposarsi o avete in programma un evento da celebrare, potete scegliere bomboniere, inviti e segnaposto solidali, realizzati interamente a mano e personalizzabili, il cui ricavato dalla vendita verrà devoluto totalmente al C.R.A.S.! Un gesto benefico da portare nel cuore per rendere un’occasione speciale ancora più unica!

 

 

 


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Dal quotidiano online TargatoCN:

“Gli incendi di questi giorni stanno mandando in fumo l’immenso tesoro della biodiversità”

A dirlo Luciano Remigio, il responsabile del Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS) di Bernezzo. “Caprioli, cerbiatti e uccelli fortunatamente riescono a scappare. É la microfauna, di cui nessuno si accorge, a venire completamente distrutta”. Legambiente chiede la sospensione dell’attività venatoria

Gli incendi che stanno devastando boschi e pinete del Piemonte, in particolare nel torinese e nel cuneese, dove da giorni bruciano la Valle Stura e la Val Varaita, stanno letteralmente mandando in fumo un tesoro inestimabile, quello della biodiversità. Sia per quanto riguarda la flora che la fauna.
E proprio delle conseguenze sulla fauna abbiamo parlato con il responsabile del CRAS (Centro raccolta animali selvatici) di Bernezzo, Luciano Remigio. “Il primo pensiero, quando bruciano i boschi, va ai caprioli, ai cerbiatti e in generale a quegli animali che associamo maggiormente a questo ambiente. Ma loro, fortunatamente, riescono a scappare. La vera devastazione è per tutta la “fauna minore”, quella a cui nessuno fa caso”, ci dice.
In particolare, fa riferimento ai piccoli anfibi, ai rettili, già parzialmente o totalmente in letargo, ai piccoli animali o insetti che non riescono a scappare, perché si muovono in modo lento. “Gli incendi distruggono questo micromondo, fondamentale, molto più di quanto si possa immaginare. Nel sottobosco c’è un meccanismo perfetto che nessuno vede. Gli incendi, quando sono causati dall’uomo, lo sovvertono. A volte in modo così catastrofico da essere irrecuperabile”.
Anche Legambiente è intervenuta evidenziando la drammatica situazione: “Nella nostra regione stanno andando in fumo aree di grandissimo pregio fondamentali anche per la sopravvivenza della fauna selvatica – ha dichiarato Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta al quotidiano online www.torinoggi.it -. In questo contesto è importante che i comitati di gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia accolgano tempestivamente l’invito dell’assessore regionale Ferrero a far richiesta di sospensione dell’attività venatoria per tutelare territorio, cittadini e fauna delle aree interessate dagli incendi”.

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