Infezione oculare che tende a colpire la popolazione di Bovidi selvatici (Camoscio, Stambecco, Muflone);
viene veicolata da ditteri, si presenta periodicamente, in fase crescente e poi decrescente ogni dieci anni circa.
I dati del CRAS di Bernezzo:

  • 2005 : 1 caso (dicembre);
  • 2006 : 13 casi;
  • 2007: 16 casi;
  • 2008 : 6 casi;
  • 2009: 1 caso;
  • 2010: 2 casi;
  • 2011: 1 caso;
  • 2012 : ultimo caso (giugno);
  • 2015 : 1° caso (dicembre).

Questo ci fa presupporre che dovremo prepararci negli anni 2016 – 2017 ad una recrudescenza della malattia.
Nella nostra esperienza, in provincia di Cuneo, l’espansione dell’infezione si ha da nord a sud, inizia in Valle Po e si estende nel tempo per concludersi in Valle Tanaro.
Le fasi dell’infezione sono 4 stadi:

  1. Fase: l’animale vaga in maniera anomala, non lineare, ad occhio nudo non si vedono lesioni e la pupilla è leggermente opaca.
  2. Fase: l’animale vaga spostandosi in grandi cerchi ed inciampa spesso.
  3. Fase: si notano bene anche ad occhio nudo dei solchi crostosi sul lacrimatoio , gira spesso su se stesso e presenta un forte dimagrimento.
  4. Fase: l’animale è quasi sempre coricato e, se si muove, cade più volte consecutivamente, il più delle volte ha già subito o un trauma cranico o una frattura agli arti.

Se il tutto capita ad alte quote l’animale segue il suo destino, in molti casi può recuperare e superare la malattia, soprattutto se non vi sono condizioni atmosferiche avverse, se invece capita a quote più basse è probabile che raggiunga abitazioni e strade frequentate  ed è questo il caso di segnalarlo alle autorità competenti (Comune, Provincia, ASL, CA , G P) onde evitare possibili cause di incidenti stradali . I suddetti Enti provvederanno a farlo pervenire al CRAS.
Se la malattia è presa nelle prime tre fasi,  la probabilità di recupero è del 60%, la degenza è di 30 / 40 giorni.

NORME PER IL SOCCORSO DEGLI ANIMALI MALATI AD ESCLUSIVO USO DEGLI OPERATORI QUALIFICATI ED ENTI PREDISPOSTI, EVITARE  IL FAI DA TE!

L’animale deve essere avvicinato cautamente evitando ogni sorta di rumore; lanciare un telo sul capo, immobilizzare l’animale tenendolo per le corna, evitare di agguantarlo agli arti, farlo entrare in una cassa da trasporto ungulati, guidare evitando sobbalzi e curve repentine.
L’incaprettatura è sconsigliata in quanto, negli anni, ci siamo accorti che è un grave problema per lo stress dell’animale.

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