Categoria: Anfibi


Dal quotidiano online TargatoCN:

“Gli incendi di questi giorni stanno mandando in fumo l’immenso tesoro della biodiversità”

A dirlo Luciano Remigio, il responsabile del Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS) di Bernezzo. “Caprioli, cerbiatti e uccelli fortunatamente riescono a scappare. É la microfauna, di cui nessuno si accorge, a venire completamente distrutta”. Legambiente chiede la sospensione dell’attività venatoria

Gli incendi che stanno devastando boschi e pinete del Piemonte, in particolare nel torinese e nel cuneese, dove da giorni bruciano la Valle Stura e la Val Varaita, stanno letteralmente mandando in fumo un tesoro inestimabile, quello della biodiversità. Sia per quanto riguarda la flora che la fauna.
E proprio delle conseguenze sulla fauna abbiamo parlato con il responsabile del CRAS (Centro raccolta animali selvatici) di Bernezzo, Luciano Remigio. “Il primo pensiero, quando bruciano i boschi, va ai caprioli, ai cerbiatti e in generale a quegli animali che associamo maggiormente a questo ambiente. Ma loro, fortunatamente, riescono a scappare. La vera devastazione è per tutta la “fauna minore”, quella a cui nessuno fa caso”, ci dice.
In particolare, fa riferimento ai piccoli anfibi, ai rettili, già parzialmente o totalmente in letargo, ai piccoli animali o insetti che non riescono a scappare, perché si muovono in modo lento. “Gli incendi distruggono questo micromondo, fondamentale, molto più di quanto si possa immaginare. Nel sottobosco c’è un meccanismo perfetto che nessuno vede. Gli incendi, quando sono causati dall’uomo, lo sovvertono. A volte in modo così catastrofico da essere irrecuperabile”.
Anche Legambiente è intervenuta evidenziando la drammatica situazione: “Nella nostra regione stanno andando in fumo aree di grandissimo pregio fondamentali anche per la sopravvivenza della fauna selvatica – ha dichiarato Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta al quotidiano online www.torinoggi.it -. In questo contesto è importante che i comitati di gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia accolgano tempestivamente l’invito dell’assessore regionale Ferrero a far richiesta di sospensione dell’attività venatoria per tutelare territorio, cittadini e fauna delle aree interessate dagli incendi”.

Domenica 4 giugno, alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Ambiente, l’Ente Aree Protette Alpi Marittime ha organizzato una giornata dedicata all’educazione ambientale e alla conoscenza naturalistica del territorio ricordando Angelo Morisi, biologo e naturalista scomparso nel febbraio 2016, vero e proprio pioniere dei monitoraggi ambientali e divulgatore scientifico nato.
E proprio in questa occasione tanti ricercatori provenienti da tutto il Piemonte e da Enti e Associazioni diverse (Provincia di Cuneo, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, Università degli Studi di Torino, Museo Civico Craveri di Storia Naturale di Bra, Parco Fluviale Gesso e Stura di Cuneo, Laboratorio Carsologico sotterraneo di Bossea…) hanno deciso di riproporre in chiave didattica ed educativa gli insegnamenti e le tecniche apprese in anni di collaborazione e studi con Angelo.
La giornata, intitolata Per Fiumi e per Monti sulle Orme di Angelo Morisi, si è svolta a Chiusa di Pesio domenica 4 giugno a partire dalle ore 10, presso la sede del Parco naturale del Marguareis in Via Sant’Anna 3, con grande partecipazione di tutti coloro, grandi e piccini, che hanno a cuore la salute dell’ambiente con approfondimenti sul mondo ancora troppo poco conosciuto degi indicatori biologici della qualità ambientale. La giornata ha inoltre rappresentato una tappa del calendario degli Junior Ranger 2017 e un appuntamento di formazione Tè con gli insegnanti del Progetto Life Wolfalps.
Si è andati per erbe con Bruno Gallino, si sono catturati pesci con le guardie ecologiche volontarie della Provincia di Cuneo e con Ivan Borroni, si è andati alla ricerca di macroinvertebrati e di diatomee nel torrente Pesio con Maurizio Battegazzore e Stefano Fenoglio, si è andati alla ricerca di licheni con Deborah Isocrono e si è parlato di rettili, anfibi e animali selvatici col responsabile del CRAS Remigio Luciano, ma anche di biospeleologia con Enrico Lana. Tanti altri amici di Angelo si sono aggiunti all’elenco per dare il loro contributo.
Nello spirito di convivialità e di amicizia è stato organizzato un pranzo in condivisione ed una merenda per tutti i partecipanti, come da sottostante programma.

Dal quotidiano La Stampa di martedì 21 giugno 2016:

Rapaci e selvatici rimessi in libertà nel Cuneese

Stasera la festa al Parco Fluviale di Cuneo Il Centro recupero animali di Bernezzo (CN) è nato nel 1985. Stasera Remigio libererà tre rapaci

21/06/2016
PAOLA SCOLA
BERNEZZO (CUNEO)

Si occupa delle regine dei cieli, le aquile. Dei signori dell’aria, come falchi, poiane, sparvieri. Di gufi e civette. «Qui è l’unico centro dove si ospitano animali selvatici di ogni taglia e specie, che richiedano cure», sottolinea Remigio Luciano, condottiero di una sorta di «arca di Noè», dove ogni anno vengono curati circa 1200 esemplari. Il Centro recupero animali di Bernezzo, tra Cuneo e le montagne, è nato nel 1985. Remigio, allora gestore del piccolo Zoo di Cuneo, fu costretto a smantellare il «giardino pubblico», perché il Comune non rinnovò più la convenzione. Il rischio era che gli animali venissero venduti o, peggio, abbattuti. Ma la famiglia di Luciano ha una casa a Bernezzo ed è lì che gli esemplari hanno trovato nuovo riparo. All’inizio i compaesani guardarono con un po’ di apprensione quell’esperimento, ma presto la diffidenza è stata vinta. E nel 2001, la Provincia di Cuneo ha autorizzato il Cras a operare per il salvataggio e la custodia dei selvatici.

Remigio ha una straordinaria sensibilità per gli animali. Lo affiancano due dipendenti part time, 4 ragazzi in servizio civile e volontari. Ci saranno anche loro, stasera, alla festa del Parco Fluviale di Cuneo a rilasciare alcuni rapaci notturni rimessi in forze: un gufo e tre civette. «Sono molti i pericoli per i selvatici – dice Luciano -: dall’inquinamento ai pesticidi, dalla caccia ai fili dell’alta tensione, dalle auto a tagliole e veleni». Sono stati bocconi nocivi, «lasciati forse per i lupi», ad avvelenare alcune aquile, che il Cras ha soccorso. «Esemplari di aquile reali, con gravi problemi. La prima è stata recuperata in val Maira. L’altra, salvata in valle Stura da un privato, nel marzo 2015, sembrava anemica e denutrita. Le abbiamo tenute ricoverate per qualche giorno, invano». È andata meglio a un biancone, l’«aquila dei serpenti», trovato ferito in val Tanaro: dall’anello di riconoscimento si è scoperto che 4 anni fa era stato soccorso ad Albisola (Savona), medicato a Bernezzo e liberato. Aveva spiegato il responsabile: «È lo stesso animale trovato nel 2012, debilitato e con un problema alla pupilla destra. Ristabilito, lo avevamo liberato a Castelmagno nel 2013». Dopo tre anni e le migrazioni, il rapace è tornato a pochi km di distanza, si è di nuovo ferito ed è stato riconsegnato al Cras.

Ma l’«arca di Remigio» è tanto altro. Nel 2013, per esempio, sono stati ricoverati 94 caprioli, camosci, cinghiali, ghiri, lepri, martore, procioni, tassi, volpi. Fra gli uccelli aironi, capinere, cuculi, ghiandaie, rondini, upupe, scriccioli. Poi rospi, biacchi, tartarughe. Per Remigio ogni animale ha una storia. Ce l’hanno gli ultimi «ospiti»: un picchio nero, una martora, una faina e un’averla capirossa. Ce l’aveva la scimmia Citina, legata a un’antenna di un palazzo a Cuneo, compromessa dall’imprinting umano. «Salviamo gli animali, organizziamo iniziative didattiche – conclude – e siamo un buon punto di monitoraggio della fauna. Come quando abbiamo seguito un grifone, con il Gps, fino in Spagna. La nostra realtà non ha scopo di lucro e le risorse sono scarse. I Comuni ci aiutano, Regione e Provincia faticano. Il sostegno con il 5×1000 sarebbe un’enorme boccata di ossigeno»

Con il contributo di un’offerta minima di € 5,00 più spese di spedizione è possibile acquistare il calendario fotografico del C.R.A.S. di Bernezzo e della sede distaccata di Novello per l’anno 2016, dedicato ad alcuni tra gli ospiti del Centro.

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Calendario 2016

Recuperata Rana Agile con Progenie

Quest’anno, durante gli ordinari lavori di pulizia e sistemazione delle strutture esterne, gli operatori del Centro hanno rinvenuto le uova di una rana, deposte all’interno della pozza destinata ad accogliere nuovamente le tartarughe acquatiche destatesi dal letargo invernale.
Dopo aver provveduto alla messa in sicurezza delle uova, lontane dai famelici rettili, ansiosi di riappropriarsi del loro posto al sole, il prosciugamento della vasca ha altresì permesso di individuare un raro esemplare di rana agile (Rana dalmatina), probabilmente lo stesso individuo che ha deposto le uova, il quale è stato anch’esso posto al riparo da eventuali predatori.
Nel frattempo, le uova si sono ora dischiuse rivelando un nugolo di girini, che verranno liberati insieme all’adulto, una volta terminata la metamorfosi.
In tal modo, oltre a scongiurare i pericoli in cui può incorrere la rana e la sua minuscola prole, con il loro successivo rilascio si potrà contribuire in maniera significativa al ripopolamento degli ambienti frequentati dagli anfibi, in assoluto la classe di vertebrati più minacciata di estinzione su scala planetaria.

Anfibi

Anche quest’anno prosegue l’attività di censimento della popolazione di gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) introdotta nell’anno 2008 lungo il Rio Magnesia, nel comune di Bernezzo.
I primi rilevamenti paiono suggerire un trend quantitativo crescente, con esemplari molto giovani ritrovati in dispersione lungo il corso d’acqua a valle dell’originario sito di reintroduzione.
Allo stesso modo, gli adulti mostrano uno sviluppo costante, testimoniato dalle ragguardevoli dimensioni raggiunte dagli individui campionati e dai numerosi resti di mute del carapace rinvenute nei pressi.
Nel complesso, l’apparente salubrità dell’ecosistema lascia ben sperare, sebbene rimanga ancora da verificare il grado di effettiva dispersione dell’originaria colonia.
Inoltre, desta particolare preoccupazione l’esposizione del Rio Magnesia a potenziali disturbi antropici, come ad esempio lo scarico di olii industriali ed altri liquidi inquinanti, in grado di annientare completamente non solo i gamberi di fiume, ma l’intera comunità di specie animali presenti in loco, quali la rana esculenta (Rana kl. esculenta) e lo scazzone (Cottus gobbio).

Soccorrere gli Animali: Anfibi

Anfibi

Appartengono a questa classe gli anuri (rane & rospi) e gli urodeli (salamandre & tritoni).

  • Come si riconosce quando un anfibio è in difficoltà?
    1. Quando su una strada trafficata, lo si vede immobile…
    2. Quando è intrappolato in tombini o buche artificiali dalle pareti lisce…
    3. Se si notano ferite aperte sul corpo…
    4. Se si inviduano girini presenti in pozze in fase di essiccamento…
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  • Come posso metterli in sicurezza in attesa dell’intervento delle Autorità?
    1. In caso di individui adulti, bisogna trasportarli in un contenitore areato, ricoprendoli di erba o foglie bagnate.
    2. In caso di girini (anuri allo stadio larvale), bisogna trasportarli in un secchio colmo d’acqua fino a metà.
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